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Un'anima alla ricerca del suo passato. L'unica possibilità per sentirsi umano di nuovo e portare a termine la propria missione? Un corpo di vetro.
Una storia che attraverso la scoperta del corpo e dei sensi cerca di ricordare l'importanza di vivere nel tempo che ci viene offerto: il presente.
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"Anime di vetro non è un semplice romanzo,né un romanzo semplice. È profondo, ricco di emozioni ed unico."
@paginadopopagina_
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È una statua, ecco cos’è.
Continuo a fissarla, ipnotizzato dal materiale che le ha dato vita, così trasparente e luminoso, così puro. Sembra ghiaccio, o vetro, ma la precisione con cui è modellato mi fa dubitare di queste ipotesi.
Timidamente avvicino la mano per illudermi di poter seguire le forme del naso e della bocca, di poter percepire la scivolosità della sua superficie. Quando le dita sfiorano la fronte della statua, un brivido di freddo mi attraversa.
Sento freddo.
Sento la materia spingere contro i miei polpastrelli.
Sento.
Appoggio l’altra mano sulla curva del mento che scende verso il collo; l’irregolarità della barba mi solletica. Scoppio a ridere e quasi riesco a sentire la risata attraversare la trachea.
Sono emozionato. Finalmente qualcosa di umano.
Continuo a spostare le mani su quel corpo per capire quante altre sensazioni è in grado di farmi percepire: durezza quando provo a premere forte contro la schiena muscolosa, imbarazzo quando mi ritrovo ad arrotondare completamente il mio palmo sulle sue natiche solo per poter percepire ogni centimetro della mia mano, calore quando incastro le mie dita in mezzo alle sue. Sento una profonda connessione con la statua che mi ritrovo di fronte, perché nei nostri estremi opposti, mi sembra la cosa più simile a me.
Io solo anima, lui solo corpo.
Due pezzi difettosi che, insieme, si completano.
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